Il
Senato ha approvato ieri il disegno di legge 2805
sull’unificazione dello stato giuridico di
tutti i figli, indipendentemente dalla nascita nel matrimonio o fuori
dal matrimonio prevedendo una ampia delega al
Governo per la revisione di tutte le disposizioni nei codici
contrastanti con il principio di uguaglianza giuridica nella
filiazione
Il
disegno di legge - già approvato dalla Camera dei deputati in un
testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge n. 128, 2051,
2122 e 2836 - ora tornerà alla Camera per l’approvazione
definitiva.
Si
tratta di una tappa fondamentale per la costruzione di un sistema
giuridico moderno ispirato ai principi della laicità e della
uguaglianza che eliminerà quelle ingiustizie e quelle ingiustificate
disparità di trattamento che ancora permangono in questo settore.
Manca
tuttavia nel disegno di legge una qualsiasi indicazione di quale
dovrà essere il giudice che si occuperà delle controversie sulle
persone e sulla famiglia. E tutto quindi resterà come prima sul
versante della distribuzione di competenze tra tribunale ordinario e
tribunale per i minorenni, nonostante l’unificazione dello stato
giuridico dei figli.
E
proprio per le controversie tra genitori naturali sull’affidamento
e sul mantenimento – cioè nella materia identica a quella della
separazione e del divorzio - l’articolo 3
del disegno di legge,
pur introducendo nel codice di procedura nuove norme processuali con
disposizioni del tutto analoghe a quelle del procedimento di
separazione e divorzio, in contrasto con i
principi della logica e della semplificazione lascia inspiegabilmente
al tribunale per i minorenni la competenza ad occuparsene, così
contraddicendo sul nascere l’aspirazione all’uguaglianza.
Nel
dibattito in aula è stata da tutti auspicata l’introduzione quanto
prima di un unico giudice della famiglia per tutte le controversie
del primo libro del codice civile (per il quale l’Osservatorio ha
già predisposto un progetto di riforma per un processo civile
unitario davanti al giudice ordinario, diventato al Senato disegno di
legge n. 3266) ma non si è avuto il coraggio di trasferire
immediatamente la competenza per questi procedimenti al tribunale
ordinario. Il che sarebbe stato del tutto facilitato dal fatto che
il procedimento sull’affidamento e il mantenimento dei figli
naturali, introdotto col medesimo disegno di legge è, come detto,
del tutto simile a quello di separazione proponendone addirittura l’
applicazione delle stesse norme.
Pertanto
ora rischiamo di avere due procedimenti con le medesime regole e le
medesime garanzie, uno applicato nei tribunali ordinari per i figli
legittimi e l’altro applicato nei tribunali per i minorenni per i
figli naturali. Un pasticcio del tutto
inspiegabile, senza alcuna giustificazione e
contrastante con quella giurisprudenza che ha colto in questi anni la
piena simmetria tra i procedimenti di separazione e quelli relativi
all’affidamento dei figli di genitori non coniugati e in dissonanza
rispetto alle prospettive di unificazione delle competenze
giudiziarie che tutti si dichiarano pronti a realizzare.
Sarebbe
bastato un solo comma per attribuire fin da subito al tribunale
ordinario quella competenza che i giudici ordinari già esercitano
quotidianamente nelle cause di separazione e divorzio e di cui
evidentemente i giudici minorili non vogliono privarsi.
Grazie
al mantenimento di questa scriteriata distribuzione di competenze le
coppie di fatto continueranno, quindi, a sobbarcarsi lunghi viaggi
per raggiungere i pochi e lontani tribunali per i minorenni anziché
potersi rivolgere ai più vicini tribunali ordinari. Per non parlare
delle differenze di trattamento derivanti dalla diversa composizione
del tribunale. E tutto ciò grazie ad una legge che propugna
l’uguaglianza di tutti i figli!
Il
testo del disegno di legge torna ora alla Camera per l’approvazione
definitiva.
L’Osservatorio
nazionale sul diritto di famiglia auspica che nel dibattito emerga la
contraddizione di una legge che dichiara di voler garantire
l’uguaglianza e poi prevede senza alcuna giustificazione giudici
diversi a seconda dell’origine della filiazione.
E
si augura che la Camera dei deputati - nella condivisibile
prospettiva di istituzione di un unico giudice specializzato della
famiglia presso tutti i tribunali - voglia approvare la legge
prevedendo che la competenza a decidere in materia di filiazione è
attribuita al tribunale ordinario.
Il
Presidente
avv. Gianfranco Dosi