martedì 28 febbraio 2012

L'8 marzo, le donne e l'appello ai Comuni per Rossella Urru


Io spero che il suo futuro sia qui, a casa sua, libera e presto. E che intanto se ne parli. Che siano anche queste in Italia le donne che fanno notizia”.

Con queste parole Geppi Cucciari sul palco dell'Ariston (Sanremo 2012) accende i riflettori su Rossella Urru, volontaria della ONG del Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli, rapita in Algeria nella notte del 22 ottobre insieme ai suoi colleghi spagnoli Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez. Il 12 dicembre con un video l'organizzazione terroristica Movimento Unito per la Jiahad in Africa ne ha rivendicato il sequestro. Da quel giorno il silenzio. La Cucciari con il suo appello ha innescato un movimento pro-Rossella fantastico, che prende vita soprattutto sul web e in particolare sui social network. Il popolo di Twitter infastidito dal silenzio mediatico, tranne qualche eccezione come ad esempio la pagina appello del Tg3Web del 16 febbraio e l'appello del Popolo viola del 17 febbraio, inizia a far sentire la sua voce a colpi di tweets con hashtag: #FreeRossellaUrru e #FreeRossella. Quasi in simultanea e sempre su Twitter nascono due iniziative: il “Blogging Day” lanciato da Sabrina Ancarola (su Twitter @sabrarola) previsto per il 29 febbraio, che ha l'obbiettivo di sensibilizzare e di spezzare il silenzio mediatico e il #FreeRossella, iniziativa curata da Alessandra Giraldo (su Twitter @giraldo_ale) programmata in occasione dell'8 marzo “Giornata Internazionale della Donna”.

Esiste anche anche un blog dedicato: rossellaurru.it

Al “Blogging Day” aderiscono tutti i blogger che vogliono dare voce al rapimento di Rossella puntano sulla giornata del 29 febbraio. Finora hanno aderito più di 250 blogger.

Invece con l'iniziativa “#FreeRossella” si chiede ai Comuni italiani di esporre un manifesto con l'immagine di Rossella in occasione dell'8 marzo e con la scritta "Free Rossella". Come ha già fatto il comune di Milano, Torino, Bologna e Cagliari.

Le due iniziative sono unite e dietro si muove con grande entusiasmo e spirito di collaborazione tutto il popolo di Twitter e del web che dimostrano sempre una grande attenzione per le problematiche sociali.

Forse è una coincidenza ma tutte le iniziative sono nate per mano di donne, diverse tra di loro, ma unite dal desiderio di fare qualcosa per Rossella Urru. Sono donne che usano i social network e lo sanno fare con umanità, che ci mettono tutta la passione di cui sono capaci, coinvolgendo ed entusiasmando chi le incontra. Ed io ho avuto la fortuna di conoscerle e dare una mano in questa importante azione di denuncia sociale.

E devo riconoscere che l'invito rivolto ai Comuni calabresi sta riscontrando la immediata disponibilità dei sindaci, primo tra tutti quello della mia città, Demetrio Arena, che subito accettato e disposto la preparazione del manifesto.

Con l'augurio che Reggio Calabria sia capofila di tantissimi altri Comuni, sono certa che la Calabria farà sentire la sua voce come ha già fatto in occasione del sequestro di Francesco Azzarà.

Stella Ciarletta

Consigliera regionale di Parità della Calabria





domenica 26 febbraio 2012

"Ascolto o non ascolto: quale diritto per il minore?" - 02 marzo 2012 Reggio Calabria

Venerdì 2 marzo 2012, alle ore 15:45, si terrà a Reggio Calabria presso il Consiglio Regionale della Calabria, Palazzo Campanella - l'Auditorium Calipari, il seminario di studi sul tema ""Ascolto o non ascolto: quale diritto per il minore?", organizzato dall' Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia, sez. di Reggio Calabria con il patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria, dellaCommissione distrettuale per la formazione decentrata della magistratura onoraria - Distretto di Reggio Calabria, del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Reggio Calabria, del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Palmi.
I lavori, coordinati dalla Presidente della sezione avv. Maria Stella Ciarletta, prevedono la relazione delDott. Piero Santese - Presidente di Sezione Civile presso il Tribunale di Palmi, della Dott.ssa Francesca Stilla - Magistrato Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, della Dott.ssa Rosa Maria Vita – psicologo (Dirigente unità operativa di neuropsichiatria infantile) e giudice onorario presso la Corte d’Appello per i Minori di Reggio Calabria e dell’On. Marilina Intrieri - Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria
La partecipazione è gratuita ed è valevole per il conferimento di n.4 crediti formativi (di cui uno di deontologia).
Per maggiori informazioni rivolgersi alla sede dell'Osservatorio (0965330035 oppure via mail a osservatoriofamigliarc@yahoo.it)

venerdì 24 febbraio 2012

Tre foto e una Mimosa - dedichiamo l'08 Marzo a Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo

Ho letto con attenzione gli interventi seguiti all'appello del Quotidiano della Calabria per dedicare la giornata internazionale della donna a Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo , tre calabresi che hanno avuto la forza e il coraggio di rompere il silenzio e denunciare l'ambiente mafioso di provenienza.

Ho apprezzato i contributi delle donne e gli uomini con cui in questi anni mi sono confrontata sui problemi della Calabria, ed il timore di apparire retorica mi ha trattenuta fino ad oggi, quasi un sentimento di pudore provato nei confronti di una tragedia così grande come quella di una donna uccisa perchè ha avuto il coraggio di alzare la testa e dire la verità.

Ma passando i giorni, e leggendo le adesioni mi sono resa conto che esiste una retorica positiva, fatta di denuncia continua e solidarietà, e soprattutto che ce ne è un gran bisogno.

E alloro ho deciso di partecipare anche io a questo esercizio di memoria storica collettiva, declamando il nome di Giuseppina, Maria Concetta e Lea, che hanno fatto una scelta straordinaria e ricordare a tutti noi che le donne sono tutte un po' come loro, hanno lo stesso coraggio e la stessa forza di dire la verità, di provare a cambiare le cose per una Calabria migliore.

Perchè sono le donne la parte più sana e vitale della nostra terra, lo dico da sempre, e su di loro bisogna scommettere per creare le condizioni di un futuro migliore.

Per aderire all'iniziativa "Tre foto e una mimosa" bisogna inviare la propria adesione via mail a m.cosenza@finedit.com

Il link per leggere tutti gli interventi è:

http://www.ilquotidianoweb.it/it/calabria/tre_foto_e_una_mimosa.html

Stella Ciarletta*



*Consigliera Regionale di Parità della Calabria



lunedì 13 febbraio 2012

ANCHE I PAPA’ HANNO DIRITTO AI PERMESSI PER L’ALLATTAMENTO

Di seguito la nota della Consigliera di Parità della Provincia di Venezia:
"La Consigliera di Parità della Provincia di Venezia vince una causa di un lavoratore del
Ministero dell’Interno al quale erano stati negati i riposi giornalieri per l’allattamento.
L’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Venezia, rappresentato da Federica Vedova, ha raggiunto un importante obiettivo nella lotta alle discriminazioni di genere.
La Sentenza del 9 febbraio 2012 del Tribunale del Lavoro di Venezia ha accertato la natura discriminatoria del comportamento del Ministero dell’Interno nei confronti di un proprio dipendente che aveva richiesto di fruire dei riposi giornalieri previsti dall’art. 40 e del congedo per malattia del figlio previsto dall’art 47 del TU n. 151/2001 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”.
Tali articoli prevedono la possibilità per il padre lavoratore di fruire dei riposi giornalieri o del congedo di malattia, in alternativa alla madre.
La Questura di Venezia ha sempre negato al proprio dipendente la possibilità di fruire dei relativi
permessi, giustificando tale diniego con la motivazione che la madre è casalinga.
Il lavoratore discriminato si è rivolto all’Ufficio della Consigliera di Parità di Venezia per ottenere il risarcimento della mancata fruizione dei riposi giornalieri, del congedo per malattia e del danno
subito per il mancato esercizio del lavoro di cura verso il proprio figlio.
Con sentenza n. 192/2012 il Giudice del Lavoro del Tribunale di Venezia, d.ssa Bortolaso, ha accolto il ricorso promosso nei confronti del Ministero dell'Interno accertando la natura discriminatoria del diniego espresso al ricorrente in merito alla fruizione dei riposi ex art. 40 e del permesso di assentarsi per malattia del figlio ex art. 47 del TU n. 151/2001.
La decisione risulta particolarmente significativa per i seguenti motivi:
1. ha accertato la natura discriminatoria del comportamento tenuto dalla amministrazione consistito nel diniego al padre-lavoratore della possibilità di fruire dei permessi (due ore al giorno di permesso retribuito nel primo anno di vita per l’allattamento) ex art. 40 e del congedo di malattia figlio ex art. 47 del TU n. 151/2001 perché coniuge di moglie casalinga.
La discriminazione è stata ravvisata in quanto altre amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati, invece, riconoscono pacificamente tale diritto;
2. ha affermato che anche il lavoro della "casalinga" deve essere definito attività lavorativa a tutti gli effetti;
3. ha liquidato una cifra in via equitativa a titolo di risarcimento del danno.
La sentenza valorizza l’attività quotidianamente esercitata dall’Ufficio della Consigliera di Parità in difesa dei principi di non discriminazione, che partendo da un bisogno individuale di un lavoratore, ha reso possibile il rispetto di un diritto che ora può declinarsi in una dimensione collettiva".
La Consigliera di Parità della Provincia di Venezia
Federica Vedova

domenica 12 febbraio 2012

Ordini professionali e pari opportunità - Buone Prassi

Da diversi anni le donne libere professioniste dibattono sulla necessità di tutelare la maternità e garantire opportunità di conciliazione per chi deve gestire una famiglia e uno studio professionale.

La Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale forense si è fatta portavoce di una categoria, parlando di legittimo impedimento in caso di maternità, di sospensione degli studi di settore e di deficit di rappresentanza.

Ma una buona prassi questa volta arriva dall'Ordine professionale degli architetti di Bergamo che ha sospeso la quota di iscrizione all’ordine nel 2012 per le neo-mamme e i neo-papà.

La proposta ideata dal Gruppo di lavoro Archidonne punta a sostenere le giovani professioniste e a sensibilizzare i neo-papà a far parte dell’organizzazione della famiglia.
La sospensione sarà valida per tutti i neo-papà e le neo-mamme architetti di Bergamo che abbiano avuto un figlio nel 2011 o ne abbiano adottato uno nell’anno suddetto che avesse meno di 6 anni.
Francesca Perani, responsabile della proposta assieme ad alcune colleghe, ha motivato l’iniziativa nata prendendo spunto da altre proposte sorte in seno agli ordini professionali di Rimini con queste parole: “L’arrivo di un figlio comporta un’esigenza di conciliazione tra lavoro e famiglia, ma è ancora più complessa la posizione di chi lavorando in proprio non può contare su periodi di congedo garantiti, rischiando di perdere contatti e opportunità lavorative”.
Vero infatti che le donne libere professioniste sono più esposte rispetto agli uomini quando entrano in un periodo di maternità.
La motivazione che ha fatto estendere l’esenzione anche ai neo-padri è l’avere una maggiore attenzione verso le
dinamiche di vita familiari dei nuovi papà affinché si bilanci la cura filiare tra uomo e donna.

Sembra una buona prassi da replicare anche presso gli altri ordini professionali.

lunedì 6 febbraio 2012

Giornata contro le MGF: le linee programmatiche della Ministra del Lavoro Elsa Fornero

In occasione della Giornata Internazionale contro le MGF, riporto il testo della audizione della Ministra Elsa Fornero:
"...Appaiono importanti ulteriori e nuovi percorsi che possano accompagnare donne e famiglie africane residenti in Italia verso l’abbandono delle pratiche di mutilazione genitale e infibulazione, sostenendole attivamente, sia direttamente –attraverso servizi competenti- sia indirettamente –attraverso la circolazione di informazioni e attività di sensibilizzazione che aiutino a rispondere a eventuali pressioni a reiterare la pratica proveniente dalla comunità migrante o dalla famiglia e comunità in patria. In quest’ottica diventa necessario ricostituire la Commissione interministeriale (in questi giorni in via di definizione) per la prevenzione ed il contrasto delle mutilazioni genitali femminili. È, inoltre, mia intenzione attuare quanto prima il nuovo Piano Programmatico (attualmente in via di validazione da parte delle Amministrazioni coinvolte nella Commissione interministeriale) delle priorità di intervento nazionali di prevenzione e contrasto delle MGF. Il Piano è stato condiviso con le maggiori rappresentanze più significative delle associazioni operanti nel settore e degli Enti locali e l'attuazione dello stesso sarà affidata interamente alle Regioni, previa stipula di una pposita intesa con il sistema regionale sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità, attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi da sviluppare per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno, il tutto coordinato e supervisionato a livello centrale dal Dipartimento per le pari opportunità.

Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili - 06 febbraio Giornata Internazionale

La Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili arriva alla sua sesta edizione, fu proclamata dall'Onu nove anni fa per condannare la gravissima pratica, diffusa in diversi parti dell'Africa, che viola il diritto alla salute e all'integrità fisica delle donne e purtroppo di tante bambine attraverso la mutilazione degli organi genitali con escissione o infibulazione, per garantire la purezza della ragazza sino al matrimonio.
Da oltre dieci anni a questa parte l'Europa ha dovuto affrontare questo problema, a seguito del fenomeno immigratorio che ha visto migliaia di persone africane spostarsi nei paesi comunitari per trovare lavoro.
Dai dati di una ricerca del Dipartimento per le Pari Opportunità è emerso che solo in Italia siano oltre 35mila le donne che hanno subito MGF e che circa mille minori sotto i 17 anni siano a rischio mutilazione.
La ricerca è di un paio di anni fa e coincide con una campagna di sensibilizzazione promossa dal Dipartimento Pari Opportunità e l'approvazione della legge n. 7 del 2006 per la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile.
La legge ha accolto così l'impulso delle Nazioni Unite e dall’OMS per prevenire e combattere la pratica innanzi tutto a livello socio-sanitario, con la formazione dei medici e degli operatori a diretto contatto con l'utenza che accolgono le donne immigrate, permettendo una maggiore conoscenza delle cause culturali e soprattutto una dimensione verosimile del dato in Italia.
Prevenzione, assistenza alle vittime e eliminazione delle pratiche di mutilazione genitale femminili sono gli obiettivi del legislatore, che ha introdotto amche il reato di “Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili”all'art. 583 del codice penale il reato delle , prevedendo la pena della reclusione da 4 a 12 anni, con l'aumento di un terzo in caso di minorenni.
Negli anni l'approccio istituzionale verso le MGF è cambiato, e la legge è un esempio del nuovo stile: alle prime grandi campagne di comunicazione sono seguite attività di sensibilizzazione sulle donne, interventi di mediazione culturale con una maggiore attenzione all'impatto mediatico sulle comunità di immigrati per evitare che i toni sensazionalistici possano causare una chiusura verso l'esterno per evitare pericolose sovraesposizioni.
Fondamentale per il futuro è attivare canali locali di comunicazione, potenziare la sensibilizzazione presso le scuole, i servizi sociali, le strutture sanitarie, cercando di trasmettere un messaggio di rispetto della salute e dell'integrità fisica scevro da valutazioni culturali, che possa essere metabolizzato da una nuova generazione di immigrati che va via via emancipandosi da usanze retaggio di una cultura lontana da qualsiasi rispetto e riconoscimento dei diritti delle donne.
Ma ad oggi tutto questo non è sufficiente, da più parti viene richiesto al Governo che sottoscriva la Convenzione del Consiglio d'Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica al fine di creare uno strumento giuridicamente vincolante a tutela delle donne.
Amnesty International ha lanciato un appello ai leader europei per la sottoscrizione della Convenzione con un video che si può vedere su questo link:
www.endfgm.eu


La Consigliera Regionale di Parità
Stella Ciarletta